La precedente cronaca si era fermata al meandro di -560. Verso fine Giugno le esplorazioni avevano infatti raggiunto questa discontinuità dell’andamento prevalentemente verticale della grotta. Dopo i cunicoli iniziali, infatti, Satanàchia si presenta come una serie di pozzi: durante la discesa non si abbandona la corda se non per brevi tratti.
A -560 metri dall’ingresso, l’acqua trova una strada orizzontale, dapprima in un meandro di marmo, poi in una frattura franosa. Ma cosa c’è oltre il meandro? La grotta continua oppure no? Il meandro è solo un’interruzione della lunga sequenza di pozzi oppure è è un cambiamento definitivo di morfologia?
Da fine Giugno a fine Luglio il GSL e il GSFdM, decisi a trovare tutte le possibili prosecuzioni della grotta, organizzano una serie di nuove punte esplorative.
Il 26 e 27 Giugno una squadra va oltre il meandro: gli esploratori percorrono la via che, partendo da un passaggio nel marmo, si trasforma in una frattura quasi verticale in rocce meno “nobili”; dopo alcuni salti su una frana si giunge finalmente in una saletta nel marmo: da una cascatella parte un rigagnolo d’acqua che, sempre nel marmo percorre un meandro comodo fino ad una nuova cascatella; a questo punto saltini, pozzetti e una sala di crollo che sembra non avere prosecuzioni… ma non c’e’ piu’ aria, la via non e’ questa!
Andrea
La settimana successiva un’altra squadra ritrova la via: non bisogna scendere ma seguire l’aria! E l’aria porta ad armare un traverso che, partendo dalla seconda cascata, conduce in una nuova frattura verticale: superato un piccolo diaframma di roccia si arriva finalmente ad un pozzo che conduce ad una grande sala di crollo. Si scende al fondo della sala e dall’altra parte, si risale per una decina di metri: a questo punto la via è chiara, ma manca il tempo e l’organizzazione per percorrerla: si dovrà ritornare. La quota stimata di altimetro è, per il momento, -650.
Arriva il grande giorno, o meglio, il grande fine settimana. Il 24 Luglio, di buon mattino, alcuni membri del GSL, del GSFdM, del GSLunense ed altri amici da Pisa si ritrovano al Rifugio Orto di Donna Alto. Sono le 8 di mattina, la giornata è splendida, l’aria cristallina, la Serenaia spettacolare. Prepariamo una punta con pernottamento in grotta. Entriamo a metà mattinata e arriviamo velocemente al fondo del p100 (che qualcuno suggerisce di chiamare Pozzo del Cinquantesimo, in onore ai 50 anni dalla fondazione del GSL che ricorrono quest’anno). Michele del GSLunense si accorge che un masso, già instabile, è diventato davvero troppo pericoloso. Non si può farlo cascare, romperebbe le corde a valle, decidiamo di parancarlo su in posizione sicura. Agganciato con un fix, il sassone viene tirato su velocemente a braccia e depositato in un posto sicuro.
Michele vs diaframma: 1-0
Percorriamo la frattura ed arriviamo al diaframma di roccia: passiamo più o meno tutti agevolmente, tranne Michele del GSFdM: la sua corporatura possente non gli consente di passare. Sono attimi di incertezza: che facciamo? Torniamo indietro? Chi di noi torna su con Michele? Nel frattempo Michele tenta diverse volte di passare, anche togliendosi di dosso tutta l’attrezzatura. Niente! Non c’e’ nulla da fare. A questo punto, però, con lucida determinazione, Michele afferra un mazzuolo: è deciso a trasformare la strettoia in una galleria a colpi di martello, se necessario. Zairo lo aiuta (qui un importante documento filmato): in pochi minuti la strettoia è allargata di quel tanto che basta a Michele per passare: con un movimento deciso Michele si lancia dall’altra parte! E vai!! Possiamo proseguire tutti insieme!
Campo a -650
Facciamo il pozzo, la sala di crollo, la risalita e ci ritroviamo su quello che pomposamente si potrebbe definire un posto buono per il Campo Base: non e’ affatto buono, non e’ in piano, e’ tra due precipizi, è pieno di buchi e lontano dall’acqua. Comunque c’e’ solo quello e decidiamo di organizzare il campo li, a quota -650. Sono le 18 circa, siamo in grotta da 8 ore. Sistemato il materiale, alcuni si dirigono verso la prosecuzione della grotta, altri vanno a cercare un po’ d’acqua, altri si riposano e mangiano qualcosa.
Inizia l’esplorazione: Zairo arma i primi passaggi scivolosi nel fango di una zona franosa. Poi un traverso conduce ad un primo pozzo, stimato da una trentina di metri, che viene armato da Andrea. Un altro pozzetto ed un traverso, per poi giungere ad un altro pozzo di circa 50 sotto una cascata d’acqua. Da li un meandro irregolare ed un nuovo pozzetto. L’altimetro segna -785 ma… dalla base del pozzo si intravede un ulteriore pozzo di 25 metri stimati. E’ la conferma che tutti aspettavano: Satanachia raggiunge la profondità di 800 metri e, intorno alle 4 di mattina di Domenica 25 Luglio 2010, diventa la grotta più profonda della Val Serenaia. Un grande risultato è raggiunto, lo sforzo di due gruppi speleo, dei loro membri e dei loro amici è stato premiato!!
Ma l’esplorazione si deve ancora una volta arrestare: sono finite le corde!!
Zairo al mini-hotel Satanàchia
La squadra esploratrice torna al Campo Base e si concede un meritato ristoro ed un altrettanto meritato riposo. Gli altri, che già hanno riposato, si avviano verso l’uscita per tranquillizzare gli amici fuori e dare la notizia del grande risultato raggiunto. Alle 18 di Domenica siamo tutti fuori, siamo rimasti in grotta più di 30 ore e siamo abbastanza provati, ma felici.
La serata si chiude al rifugio Donegani, davanti ad un piatto di tordelli, degno suggello di un fine settimana memorabile.