Nell’estate del 1990 iniziammo a bazzicare la zona di Passo delle Pecore, tra Contrario e Grondilice a caccia di possibili ingressi alti di Olivifer. Nonostante i 1215 metri che separano in dislivello l’ingresso di Olivifer dai sifoni più remoti, questo ha infatti funzioni “basse” o comunque intermedie.
In un solitario giro sotto il limite del bosco m’imbattei nell’ingresso di un breve pozzo, stranamente rimasto ignorato. Nel giro di qualche settimana tornammo a rivedere altri buchi promettenti in zona e a scendere il pozzo nel bosco che chiamammo, senza troppa fantasia, Buco del Muschio, per la copertura di briofite che ne riveste le pareti. L’aria, da sicuro ingresso alto, era forte e dedicammo qualche ora a smuovere pietre sul fondo, senza però individuare sicure prosecuzioni.
Il lavoro di scavo sembrava lungo ed impegnativo, in più c’erano altre grotte da esplorare e di lì a poco sarebbero partite alla grande le esplorazioni in Carcaraia. Fatto sta che la Buca del Muschio rimase uno dei tanti buchi promettenti da rivedere.