Ecco come i quotidiani locali hanno riportato la notizia della scoperta del sedicesimo ingresso. Non è mancata qualche libera interpretazione, come l’attribuzione del più alto ingresso al sistema…
IL COMPLESSO CARSICO DEL MONTE CORCHIA, LEVIGLIANI, STAZZEMA LU, DA STASERA HA 16 INGRESSI NATURALI GRAZIE AL GRUPPO SPELEOLOGICO LUCCHESE CAI
Grande risultato messo a segno dal Gruppo Speleo del CAI di Lucca.
A seguito di un sopralluogo nelle remote gallerie del Corno Destro del Complesso Carsico del Monte Corchia, nella zona denominata Via Fani, scoperta a fine anni ’70 dagli speleo piemontesi del GSP quando la cavità era nota col nome di Abisso Claude Fighiera, non più di un mese e mezzo fa, il Gruppo Speleo del CAI di Lucca, inizia una spasmodica ricerca esterna mirata a trovare un accesso diretto a quelle gallerie. A metà giugno viene individuata una buca che si trova nella zona deputata ad intercettare la grotta, che i rilievi topografici pongono a pochi metri sotto la superficie del monte.
Dopo poche settimane di scavi e discese, non senza alcuni piccoli incidenti di percorso, nella sera di domenica 15 luglio 2012 alle 20 circa, l’agognato risultato giunge finalmente: la nuova grotta scoperta dai lucchesi ha intercettato la sommità del lato ovest del Pozzo Romean situato quasi all’estremita di Via Fani, una zona esplorata più di 30 anni fa, a partire da un ingresso posto a distanza molto maggiore. La giunzione avviene a circa -90m dal nuovo ingresso che non ha ancora un nome.
Hanno partecipato alla decisiva discesa: Massimo Cecchi, Antonio Di Beo, Antonio Del Magro, Marco Giannecchini, Valerio Masin , Marco Menchise e Nadia Simonetti, tutti del GSL.
Ecco due filmati, girati dal Presidente, che documentano due momenti cruciali della giornata del 15 Luglio 2012, in cui il GSL ha scoperto il sedicesimo ingresso al complesso carsico del Monte Corchia.
A metà pomeriggio, nonostante la scoperta di ambienti nuovi e grandissimi, non eravamo certi della possibilità di congiunzione con i rami di Via Fani in tempi brevi. In serata, pero’, Antonio e Nadia passano in un cunicolo aperto poco prima e, dopo pochi minuti, ritrovano gli ambienti (già armati) del Pozzo Romean. E’ fatta!
Video 1
Video 2
Ed ecco alcune foto, incluse quelle del “piccolo incidente di percorso” occorso al Presidente che, è proprio il caso di dirlo, ha dato una mano!
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Mentre nella vicina Serenaia il Buco del Muschio si apprestava a grandi passi a diventare il primo meno-mille del nostro gruppo, la Buca della Carriola iniziava a condurci verso le profondità del M. Sella. Allo scivolo franoso che si era aperto al nostro sguardo il primo giorno segue un breve tratto orizzontale e un collo d’oca in salita dove una breve arrampicata ci porta ad un’altra breve condottina orizzontale che sbuca in una discreta sala. Qui la continuazione non è ovvia e ci mettiamo a vedere diverse vie. Tre scendono, poi c’è anche un camino che sale. Siamo in tanti e qualcuno comincia pure a risalire. Dopo un po’, togliendo un masso incastrato troviamo la via discendente buona. Ritroviamo anche l’aria che nella sala avevamo un po’ perso di vista.
Scendiamo tre pozzetti ma dobbiamo allargare un po’ gli imbocchi e anche un tratto di cunicolo che porta al quarto salto, sul fondo del quale però un restringimento bagnato e senza aria ci dice che abbiamo sbagliato via. La ritroviamo sopra, traversando si entra in un altro ambiente. Da qui la prosecuzione c’è ed anche l’aria, furibonda, ma la gloria ce la dobbiamo guadagnare con un lungo cantiere di scavo di un meandro (la Sagra del Fuoco) che a tutt’oggi non abbiamo finito di completare come vorremmo. Comunque ritroviamo la fiducia nella grotta quando ci affacciamo su un p. 30, uno dei più belli della grotta. Alla base siamo a -110 circa. Qui qualcuno dice che la prosecuzione è impraticabile così com’è. All’uscita successiva siamo in forze, ci sono anche gli amici livornesi.
A loro appaltiamo il lavoro di cercare di rendere transitabile la prosecuzione, concedendogli l’eventuale successiva esplorazione. A fine giornata ci ringrazieranno perché in quel punto si passava percui si dedicano all’esplorazione, armano e scendono pozzi fino a – 160! Le uscite successive saranno comunque dedicate a sistemare e mettere in sicurezza alcuni passaggi che avevano superato i livornesi e a cercare di rendere agevole l’accesso a due punti, in alto e in basso in un meandro, dove si erano con difficoltà affacciati su due pozzi. Qui è la seconda volta che la grotta si biforca (e lo farà ancora altre volte) e questo ci pare abbastanza singolare. Prendiamo la via in alto, saltino poi pozzo. Scendiamo un p. 40, in fondo ci sono due prosecuzioni, ma un po’ strette. Lasciamo momentaneamente perdere questa via e guardiamo la parte bassa del meandro.
Altro saltino, salettina, frattura che parte dritta e stretta e in fondo chiude… anzi, no, gira di 90° e sprofonda in un tubo verticale di marmo levigato. Aggiustiamo il percorso, ora si passa bene. La bella verticale è un p. 40 abbondante alla cui base la grotta, tanto per cambiare, si divide. Siamo in 4 e lavoriamo sulle due vie. La prima scesa stringe ma vediamo che siamo in direzione dell’altra e ne deduciamo che si possano ricongiungere poco sotto. Scendiamo la seconda via ed è un altro bel pozzone (p.60). Atterriamo in una sala, si scende un saltino, breve meandro, saltino, traverso e ancora un pozzo. Sceso questo (p. 40), atterriamo su uno spartiacque.
Una via è stretta e un po’ bagnata, la tralasciamo. L’altra è una frattura con un paio di sfondamenti. Scendiamo il punto più comodo, pensando che sia la solita via. Chiude, però ci rendiamo conto che l’altro buco non comunica. Spostiamo l’armo e la corda, la via buona è questa! Ancora un p. 60, saltino, e un pozzo con partenza un po’ a gradoni (p. 35). In fondo? Le solite due vie, una parte stretta, l’altra… alla prossima puntata!